Estrusione della plastica: che cos’è e come funziona
Tanti oggetti insignificanti della quotidianità derivano da lavorazioni industriali sofisticate e interessanti come, per esempio, l’estrusione della plastica. Si possono estrudere tubi e condutture di qualsiasi diametro, ma anche gomma, tubetti segnacavo, cavi elettrici e profili per ogni tipo di impiego.
Il processo di estrusione non riguarda solo le materie plastiche, come il PVC, ma anche i metalli. In questa pagina descriviamo in che cosa consiste l’estrusione, come funziona e a che cosa serve. Se già conosci il settore industriale e vuoi migliorare isolamento termico e acustico della tua officina:
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ToggleIl processo di estrusione: che cos’è
Il processo di estrusione consiste, in buona sostanza, in una deformazione del materiale interessato. La procedura è utile per ottenere oggetti caratterizzati dalla sezione costante, quindi oggetti di forma cilindrica, cavi o meno.
Quali materiali sono adatti all’estrusione
Sono adatti a esser lavorati con macchinari per l’estrusione materiali plastici e metalli. In particolare, sono utilizzati gomma e polimeri termoplastici come il polietilene e il polipropilene. Tra i metalli ideali da estrudere ci sono l’alluminio, il piombo, il rame e l’acciaio.
Come funziona l’estrusione delle materie plastiche
L’estrusione avviene come una deformazione del materiale di partenza.
Per poterlo deformare viene portato a una temperatura adeguata. Poi è sospinto a forza entro una sagoma che serve a conferirgli la sezione richiesta. All’interno della sagoma è collocata un’anima se è necessario che il manufatto o il semilavorato presenti una cavità all’interno.
Uscito dalla sagoma, il materiale è sottoposto a raffreddamento oppure a vulcanizzazione, nel caso si tratti di gomma.
La vulcanizzazione della gomma
Quando si parla di vulcanizzazione della gomma, ci si riferisce all’aggiunta di zolfo attraverso un’opportuna reazione chimica innescata da riscaldamento. Questo procedimento riguarda specificamente la gomma e le conferisce elasticità e notevole resistenza alla trazione.
Si tratta di un’invenzione che risale al XIX secolo, frutto delle attività di Charles Goodyear.
L’estrusione del PVC
L’estrusione del PVC è un processo industriale molto richiesto e praticato. Infatti, sono diverse le qualità che rendono il polivinilcloruro adatto a questo tipo di lavorazione.
Prima di tutto, si tratta di un polimero termoplastico che presenta nella sua composizione un buon 57% di cloro e un 43% di carbonio. È un materiale economico e garantisco un’ottima resistenza al calore e agli agenti chimici. Chiamato anche “cloruro di polivinile”, il PVC è il risultato della polimerizzazione del monomero di cloruro di vinile.
Ma questo passaggio non basta per ottenere il famoso materiale tanto utile nell’industria.
Occorre arricchirlo con degli additivi che si comportano da stabilizzanti oppure da lubrificanti. Così, il materiale acquisisce proprietà meccaniche e fisiche che garantiscono ottime prestazioni e adeguatezza al processo di estrusione.
In che modo avviene l’estrusione del PVC
Per effettuare il trattamento dell’estrusione sul polivinilcloruro, è necessario portare il materiale a una temperatura tra i 170 e i 200°C.
In seconda battuta, come accade agli altri materiali che vengono lavorati con macchinari per estrusione, il PVC viene forzato al passaggio in un’apposita sagoma.
A che cosa serve l’estrusione in bolla
L’estrusione in bolla è un tipo particolare di estrusione che viene effettuata per ottenere film e pellicole senza fine destinate agli imballaggi. Per realizzare il processo, la prima fase consiste nella fusione del materiale plastico all’interno del macchinario che è costituito da una filiera di forma circolare. Il procedimento è eseguito spesso nella lavorazione del PVC.
Per creare la cavità a bolla dentro al materiale, cioè la cosiddetta “bobina tubolare”, si utilizza un soffio d’aria. Nel caso la produzione preveda di ottenere film multistrato, è necessario utilizzare un estrusore adatto per ogni materiale.
Quando si usa l’estrusione a freddo
L’estrusione a freddo deforma il materiale senza che sia necessario passare dalla fase del suo riscaldamento, come suggerisce il nome del processo. Viene realizzata solitamente per produrre contenitori in pressione, estintori e oggetti di piccole dimensioni come borracce, bombole e bottiglie.
Si tratta di un’operazione industriale adatta a materiali con bassa resistenza meccanica alla deformazione. Può essere effettuata su metalli come alluminio, stagno, rame, piombo e zinco.
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