Che cosa sono le bioplastiche? Cosa vuol dire “biopolimeri”?

Come avviene la loro produzione e quali sono le caratteristiche che li distinguono?

In diversi settori del mercato hanno fatto la loro comparsa materiali ecologici che sostituiscono parzialmente le gomme derivate dal petrolio: è interessante scoprire di cosa si tratta rispondendo alle domande qui sopra.

Questo tema permette di comprendere come la tecnologia evolve con soluzioni complesse e innovative in sintonia con le nuove esigenze della contemporaneità.

Nell’articolo spieghiamo la definizione di bioplastica, qual è la differenza tra plastica e bioplastica, quali sono vantaggi e svantaggi dei materiali ecologici innovativi.


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Ecco cosa sono i biopolimeri, detti anche “bioplastiche”

Iniziamo a chiarire che cosa vuol direpolimeri”, cioè a spiegare brevemente che cosa sono le bioplastiche.

Infatti, con i due termini, “biopolimeri” e “bioplastiche”, si fa riferimento agli stessi tipi di materiali particolari, innovativi e rispettosi dell’ambiente.

Sono due le caratteristiche che li contraddistinguono e li rendono adatti a far fronte all’emergenza climatica: si tratta di materiali biobased e biodegradabili.

Per parlare di bioplastica e definire tale un materiale, bisogna quindi che possieda entrambe le caratteristiche.

Vediamo nella pratica in che cosa consistono queste qualità: “biobased” e “biodegradabile”, infatti, non sono la stessa cosa.

Che cosa vuol dire “biobased”

Quando si parla di materiali biobased, si fa riferimento alla composizione da cui prendono forma i suddetti materiali.

Perché sia biobased, la composizione deve essere costituita parzialmente di biomasse, cioè di materiali che abbiano origine organica e non sono andati incontro a lavorazioni di fossilizzazione.

Che cosa significa “biodegradabile”

Come suggerisce la parola da sé, “biodegradabile” significa che il materiale così definito può essere degradato attraverso i processi naturali messi in atto dai microrganismi.

Grazie ai batteri, i materiali biodegradabili dispersi nell’ambiente vengono scomposti in sostanze come acqua, anidride carbonica e metano.

Qual è la differenza determinante tra plastica e bioplastica

Dopo aver evidenziato le caratteristiche che contraddistinguono i biopolimeri, si intuisce già qual è la differenza tra plastica e bioplastica.

Ma esplicitiamola per andare un pochino più a fondo nell’argomento.

Il punto cruciale è rappresentato dall’origine e dal termine del ciclo di vita dei due materiali.

Infatti, è proprio l’origine dei materiali a determinare come concluderanno il ciclo di vita che è loro assegnato.

Nel caso di plastica e bioplastica i due percorsi sono molto diversi.

La plastica è per il 95% costituita di derivati del petrolio, quindi deriva da risorse energetiche non rinnovabili.

La bioplastica, invece, viene prodotta a partire da fonti energetiche rinnovabili.

 

Come si produce la bioplastica

Tra le fonti energetiche rinnovabili che vengono utilizzate per produrre la bioplastica, ci sono, per esempio, l’amido di mais e tutti i prodotti di origine vegetale di cui fa parte la fecola di patate.

Per capire come si produce la bioplastica, occorre puntare l’attenzione sull’agricoltura.

Infatti, è proprio dalle sue lavorazioni che arriva la materia alla base dei biopolimeri.

Per esempio, il residuo della molitura del grano è la cosiddetta crusca, che può essere utilizzata per dar consistenza e forma a stoviglie.

C’è poi la polpa di cellulosa, un altro materiale utilizzato per la produzione di bioplastiche.

Si ottiene da alcune particola lavorazioni di piante come il bambù e la canna da zucchero.

 

Come termina il ciclo di vita di plastica e bioplastica

Spiegando che cosa significa “biodegradabile”, abbiamo già delineato come termina il ciclo di vita delle bioplastiche: i microrganismi in modo del tutto naturale le riassorbono al tutto del mondo naturale.

Dunque, i biopolimeri non inquinano, ma ritornano a far parte del contesto vegetale.

Al contrario, la plastica non può essere aggredita e scomposta dai microrganismi.

Questo significa che i prodotti di plastica devono essere sottoposti a riciclo, come avviene per esempio con il PVC.

Se la plastica viene dispersa nell’ambiente, inquina e rimane inalterata anche per migliaia di anni.

 

Vantaggi e svantaggi delle bioplastiche

La bioplastica e la sua produzione comportano vantaggi e svantaggi.

Gli aspetti inequivocabilmente positivi dei biopolimeri sono:

  • uso di fonti rinnovabili;
  • nessuna emissione di gas serra;
  • riduzione dell’impatto ambientale;
  • crescita delle attività agricole come argine all’urbanizzazione;
  • abbassamento drastico della quantità di rifiuti.

Gli svantaggi implicati dalla produzione di bioplastiche, invece, sono:

  • rischi per le foreste che potrebbero progressivamente ridursi;
  • costi di produzione elevati;
  • costi di trasporto elevati dovuti al volume considerevole delle biomasse.

Sia i costi di produzione sia quelli di trasporto influiscono sui prezzi dei prodotti finiti offerti a consumatori e consumatrici.


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